Come nel resto del Sud Italia e della Basilicata, anche a Melfi si registra l’exploit del Movimento 5 Stelle, che si attesta come primo partito in città. Non certo una novità delle ultime consultazioni elettorali, eccetto le comunali, dove il Movimento non riesce ad esprimere il consenso delle altre votazioni. Un dato che deve far riflettere i vertici del movimento dell’area. Seppur considerando infatti, le ovvie diversità, delle varie consultazioni, la differenza di numeri appare cospicua e notevole, non spiegabile esclusivamente con l’atipicità delle comunali, rispetto alle altre votazioni. Questioni di leadership, di riconoscimento di autorevolezza e legato anche ad alcune diatribe interne, che si acuiscono alle comunali, ma di fatto spariscono alle politiche, dove ci si riconosce nel nome nazionale, a differenza di quando si deve puntare sull’elemento locale. Il voto melfitano, di questa tornata, è stato ovviamente influenzato dalla presenza di alcuni elementi locali. Pietrantuono, candidato all’uninominale alla Camera, porta i Verdi quasi al 10%. La coalizione che appoggia il Sindaco Maglione, centro destra + terzo polo, tutto sommato regge ed anche in questo caso occorre rimarcare la diversità del dato che riguarda Fratelli di Italia, rispetto alle comunali, dove meno di un anno fa, (non certo un secolo fa), non riuscirono ad esprimere nemmeno un consigliere comunale, nonostante la netta affermazione di Maglione e dell’intera coalizione. E’ forse ora che i vertici regionali di Fratelli di Italia, si pongano degli interrogativi e decidano di affidare il partito a persone che sappiano aggregare e costruire. Forza di governo nazionale, forza di governo regionale, inesistente a Melfi, con zero rappresentati nell’assise comunale